L’addio ai “social” network. Riflessioni sul perché

Come si arriva all’addio ai “social”?

Non c’è dubbio che i “social” network siano all’apice del loro successo ai tempi nostri.

Alcuni dicono che servano anche a scopi professionali/lavorativi e non solo ludici.

Non ho mai trovato particolare utilità sotto l’aspetto professionale nei “social” network. Tracciando un bilancio complessivo e macroscopico Internet è stato abbastanza (non tanto, non illudetevi) utile al mondo del lavoro.

Da bambino non avevo la televisione a colori, perché fu introdotta in Italia solo a partire dal 1977 e nelle case degli italiani arrivò realmente solo fine anni ’70 primi anni ’80. Computer, telefonini ed Internet erano ancora di là da venire eppure in quel contesto la società, l’economia seppur meno rapide non erano improduttive. Cinicamente parlando l’avvento di Internet quale ricchezza ha portato? Dov’é la crescita economica che avrebbe portato? Ci saranno anche in questo caso i fautori ad oltranza che saranno pronti a snocciolare cifre la cui correlazione diretta ed inequivocabile con la crescita dei servizi Internet sarà necessitatamente forzata.

Se questo ha una sua validità per Internet figuriamoci per i “social” network.

Qualcuno avrà notato che sto mettendo tra virgolette la parola “social”. Siate obiettivi.

Instagram, Facebook, TikTok, … sono autoreferenziali. Ognuno fa mostra di sé, cerca di apparire al meglio di quel che è, ma non è realmente interessato alle reti sociali, ad entrare in sintonia col prossimo. Fake news o notizie pilotate contribuiscono, inoltre, a dividere ancor di più in un gioco al massacro.

Ho deciso infatti per questo di abbandonare i social network ed allentare la dipendenza dai servizi in Rete cercando di fare maggior attenzione alle varie fonti:

• di notizie,

• di ricerca,

• di servizi, …

Relazioni sociali – anche lavorative – o nuove amicizie tuttavia si possono creare anche grazie ad Internet, ma lontano dai “social” network. Se hai una tua esperienza da raccontare, scrivimi.